03 aprile 2015

Venerdì Santo

Giovanni, nel suo Vangelo, ci dice che subito prima di morire Gesù ha esclamato: “Tutto è compiuto!
Poco tempo prima proprio Lui ci aveva detto che il pastore lascia le 99 pecore per trovare l’unica pecora perduta.

Sulla croce Gesù ci dimostra che le sue non sono solo parole, ma che Lui non ha fatto altro che illustrarci, raccontarci la sua vita, la vita di Dio.

Dio sa contare solo fino a 1. Per quell'uno che si è smarrito, Dio abbandona tutto e lo viene a cercare. E non si da pace, non cessa la sua ricerca fino a che non lo ritrova.

Affronta ogni cosa, è disposto a tutto, a non avere dove posare il capo per riposare, a vedere gli amici abbandonarlo e tradirlo, a ricevere gli insulti, a essere torturato, a farsi inchiodare su di una croce, pur di ritrovare colui che si era perduto.

Contro l’amore di Dio è vano fuggire. Dio ti insegue per raggiungerti, per dirti che c’è una reggia preparata per te, proprio per te, e che Lui in persona ti ha preparato la stanza migliore. E anche se tu, per non farti raggiungere, ti fai appendere ad una croce, Lui, pur di farsi trovare da te, si fa appendere accanto.

Si, veramente “tutto è compiuto“. Per questo, solo per questo il Figlio si è fatto uomo.

E adesso che ha ritrovato colui che si era perduto può tornare al Padre. Ma tutto è compiuto proprio perché non torna solo. Il Figlio può presentarsi al Padre dicendogli che ha fatto la Sua volontà perché si presenta non da solo, ma a braccetto di un ex-ladro, la prima di un’innumerevole schiera di pecore perdute e ritrovate dal Suo amore senza limiti.

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